Social networks e sistemi complessi
Per spiegare in modo sintetico il legame esistente tra i Social networks e i cosiddetti “sistemi complessi” ho estratto questo breve articolo dalla guida ELEMENTI TEORICI PER LA PROGETTAZIONE DEI SOCIAL NETWORK di Gianandrea Giacoma e Davide Casali (che ringrazio enormemente per aver reso disponibile questo testo con Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0). I passaggi interessanti di questo opuscolo sono molti, ma per ora ci dedichiamo solo al rapporto con i Sistemi complessi e i suoi concetti base.
Il network per sua natura è un sistema complesso e come tale si comporta. Inutile aspirare a particolari determinismi progettuali o a capacità di previsione. Un network può essere un prodotto ma sarà sempre allo stesso tempo un esperimento sociale, psicologico e tecnologico. Invece di inseguire difficili certezze è meglio adottare una metodologia step by step e un armamentario di conoscenze, strumenti in grado di seguire il network nel suo ciclo di vita con sensibilità ai segnali deboli e capacità di adattamento e modifica. Rischioso affidarsi solo ad una ipotetica architettura e progetto teoricamente vincente, meglio (come è normale per chi ha dimestichezza con i sistemi complessi) organizzare team, prassi, progetti, metodologie modificabili nel tempo. A volte quello che ha bloccato dei buoni network è stato proprio la difficoltà di modificarli tecnicamente nel mentre o la difficoltà di spiegare alla commitenza la natura dinamica di questi complessi oggetti, se non addirittura la difficoltà stessa di accettare o stare dietro al progetto da parte del team. Sicuramente partire con una buona analisi e progetto è importante ma fondamentale è la malleabilità e modularità di molti fattori.
I concetti base sottendono le dinamiche complesse sono:
• feedback: consiste in un processo di retroazione che può essere positivo o negativo e indiretto;
• equilibrio sull’orlo del caos: i sistemi emergono e sussistono in condizioni di equilibrio dinamico tra uno stato troppo caotico per la stabilizzazione di una organizzazione e uno troppo statico per consentire interazioni;
• emergenza: i sistemi complessi danno vita a fenomeni e forme organizzative nuove non prevedibili e riducibili alla somma degli elementi che li hanno sottesi;
• effetto farfalla: quando un sistema è sulla soglia di un salto organizzativo basta un fenomeno infinitesimale per innescare un processo a catene inarrestabile e globale;
• attrattori: i sistemi complessi oscillano tra configurazioni organizzative che possono essere rappresentate e descritte come forze gravitazionali in cui un sistema può cascare venendone attratto;
• biforcazioni: i sistemi complessi non evolvono in modo progressivo e lineare ma per salti che possono portare anche in sviluppi molto diversi;
• principio ologrammatico: si possono riscontrare in sottosistemi, livelli e unità la replicazione dei medesimi modelli organizzativi della globalità del sistema come nei frattali;
• interazioni locali non lineari: gli elementi che compongono il sistema devono formare una rete dove manca una componente centrale e le interazioni sono multiple e non lineari;
• auto-organizzazione: i sistemi complessi sono termodinamicamente aperti e organizzativamente chiusi, la loro organizzazione sussiste e produce l’organizzazione stessa;
• imprevedibilità: i sistemi complessi permettono solo un determinismo debole in quanto la quantità di fattori in gioco, di livelli emergenti e di retroazioni rendono impossibili forme di previsione e controllo precise come nei sistemi lineari.
Come abbiamo affermato in apertura un social network è quindi paragonabile a un sistema “super complesso” (cioè quello che sottende sistemi come le colonie, il sistema nervoso, le società, la mente) e quindi possiamo senza alcun indugio fare riferimento a questo genere di competenze e logiche anche se a volte possono apparire contro intuitive in un primo momento. Non dimentichiamo che molte volte l’ostacolo maggiore alla gestione dei network secondo la loro natura di sistemi complessi è dato dalla difficoltà di accettare l’incertezza e l’imprevedibilità, da parte del team di sviluppo e/o dalla committenza. Quindi non si tratta solo di una questione tecnica, monitoraggio e di progettazione ma anche di comunicazione e cultura organizzativa del gruppo.
Articolo tratto da ELEMENTI TEORICI PER LA PROGETTAZIONE DEI SOCIAL NETWORK. La versione 1.0, prima stesura di questo documento, è stata fatta da Gianandrea Giacoma e Davide Casali, pubblicata il 24 settembre 2007.
Il documento viene reso disponibile per l’editing collaborativo. Per questo motivo è disponibile sul wiki di Bzaar.net (http://wiki.bzaar.net) per essere integrato e modificato.