Parlamento 7 in condotta: chi è “abilitato” a legiferare su Internet?
Giovedì 4 Dicembre al Parlamento Italiano si è discusso di tecnologie Internet.
“Obama 1 mese dopo: La vittoria di Internet?“, questo il titolo dell’iniziativa promossa da Codice Internet che ha voluto mettere a confronto esperti, blogger e politici per comprendere qual’è la situazione italiana e quali insegnamenti possiamo trarre dal recente caso americano.
La Sala Delle Colonne della Camera dei Deputati si è per un paio di ore “connessa idealmente” con la realtà e le forme di comunicazione dei nostri giorni: social network, blogging, facebook. Purtroppo solo idealmente, dato che non era permesso introdurre laptop e utilizzare una connessione di rete… per i giornalisti e blogger non è rimasto che adattarsi alla solita rassicurante carta e penna.
Veniamo ai fatti. Il punto di partenza è stata l’analisi della vittoria di Obama negli USA e come nella sua campagna fosse riuscito coniugare in modo così efficace una serie di strumenti online con i tradizionali canali offline. Il dibattico si è svolto nella forma della sessione aperta al quale hanno partecipato gli invitati David Orban, Marco Montemagno, Edoardo Colombo, Antonio Palmieri, Paolo Gentiloni, Antonio Sofi, Enrico Menduni e una cinquantina di persone nell’audience, che hanno fatto sentire la loro voce con domande i interventi più o meno accesi.
Partiamo dai toni pacati e, come potrete immaginare, consolatori dei nostri politici.. Paolo Gentiloni, responsabile nazionale Area Comunicazione Pd, dopo aver elencato gli elementi che hanno contribuito alla vittoria di Obama, passa all’offensiva richiamando un fantomatico “patto del cous cous” fatto con Antonio Palmieri nei pressi di Tunisi (furbescamente smentito e poi confermato da quest’ultimo), dove accenna cautamente alla improponibilità e assurdità della recente proposta del Presidente del Consiglio di regolamentare Internet.
Antonio Palmieri, responsabile nazionale Comunicazione elettorale e Internet Forza Italia/Pdl, dopo aver glissato abilmente la “patata bollente” della proposta di regolamentazione di Internet, ha presentato invece i dati della ricognizione online sull’uso delle tecnologie Internet e social network nella Camera dei Deputati.
Dall’indagine risulta che solo il 36% dei deputati ha un sito internet mentre il 21,1% ha una presenza personale su Facebook. Colpisce però il fatto che il 10% dei deputati sia solo su Facebook, senza avere un sito personale, dato che conferma sia l’attuale boom di questo social network nel nostro Paese, sia la sua facilità d’uso anche per chi non è avvezzo alla Rete.
Speriamo almeno che continui a essere utilizzato e che possa diventare un reale strumento di interazione con il cittadino e non si dimostri l’ennesima moda passeggera come lo fu il boom di Second Life dello scorso anno.
Quello che David Orban (www.davidorban.com), blogger ed esploratore digitale, ha invece cercato di presentare è come Internet non sia solo un eccellente strumento elettorale o un canale addizionale per la comunicazione di partito. Ma soprattutto Internet e i Social Media possono e devono diventare una nuova piattaforma per la partecipazione attiva dei cittadini negli atti di governo, in modo trasparente ed efficiente.
Su linee molto vicine si è mosso Enrico Menduni, docente presso l’Università degli Studi Roma Tre, mettendo l’accento sulla capacità di Obama di aver saputo “organizzare” la propria vittoria attraverso una strategia realmente e diffusamente crossmediale. Quindi un Obama come “grande organizzatore” oltre che “grande comunicatore”.
La miccia è stata però accesa, come potrete immaginare, ancora una volta da David Orban che ha riproposto al pubblico ed ai politici presenti in sala (circa 5-6 su un centinaio di persone) un paio di recenti notizie realmente preoccupanti:
1) il Presidente del Consiglio ha dichiarato che proporrà di mettere in agenda nella prossima riunione del G8 la regolamentazione di Internet.
2) da un sondaggio Eurostat, l’Italia è risultato essere l’unico paese tra i trenta analizzati, dove la percentuale di famiglie che utilizzano Internet è diminuita tra il 2007 e il 2008 (dal già basso 43% al 42%).
Le risposte, come temevamo, sono state su questi punti ancora una volta vaghe ed elusive. Va bene parlare di Facebook e di quanto sia facile con il web diventare “amici virtuali” dell’On. Palmieri, ma è meglio non entrare troppo nel merito dell’arretratezza dell’Italia e del perchè i politici italiani considerano Internet pericolosa.
Su questo ultimo punto David Orban ha per fortuna espresso chiaramente la sua opinione: ciò che temono i politici è soprattutto la trasparenza delle informazioni.
In linea con il progetto di divulgazione di Internet portato avanti dal social network Codice Internet (www.codiceinternet.it), il convegno è stato ripreso e sarà messo a disposizione di tutti i politici italiani – e le persone interessate – che vogliano approfondire la relazione tra web e politica.
Qui trovate l’audio completo del Convegno “Obama 1 mese dopo: La vittoria di Internet?” (30 Mb, durata 2h05)
Di seguito invece un frammento dell’intervento di David Orban.