Google +1 apre al pubblico ed è boom di iscrizioni

I numeri sono davvero esorbitanti per questa apertura al pubblico dell’ultima trovata social di Google. Cinquanta milioni di utenti non sono pochi, specie se si sta parlando di un social network che è stato lanciato pochi mesi fa. Stiamo parlando, ovviamente, di Google Plus One che, secondo le stime del suo “statistico non ufficiale”, Paul Allen, avrebbe raggiunto questo rispettabile traguardo giusto una settimana dopo aver abbandonato la politica degli “accessi su invito” e aperto le iscrizioni al pubblico.

Sempre secondo Allen, la crescita nell’ultimo periodo sarebbe stata del 4 % giornaliero, con due milioni di nuovi membri al giorno. Se l’avanzata di Google +1 continuasse con questo ritmo il sito potrebbe diventare ben presto un concorrente, in termini di numero complessivo di utenti, di reti sociali di lungo corso come My Space (che naviga attorno agli 80 milioni di iscritti) e LinkedIn (100 milioni).

Di certo, l’impennata si può spiegare parzialmente con un primo sforzo promozionale di Google, che finora aveva affidato la diffusione della sua ultima creatura soltanto al passaparola: una freccia azzurra che dal campo di interrogazione dell’homepage del suo motore di ricerca – una delle pagine Web più viste al mondo – invitava i navigatori a registrarsi a +1.

I dati forniti da Allen, che si basano sulla ricorrenza dei cognomi all’interno del network, non sono stati confermati in via ufficiale da Google; concordano però, con quanto sostenuto dalla società di ricerca Hitwise, secondo cui, Google +1 ha avuto un aumento di traffico del 1269% nel corso delle ultime settimane, con quindici milioni di nuovi visitatori dal giorno dell’apertura al pubblico e nuove fasce di utenza: ai primi early adopter si sarebbero aggiunti i “single, divorziati o vedovi residenti in aree urbane” e un certo numero di appartenenti alla classe media ispanica degli Usa.

Non è chiaro però, quanti di questi nuovi adepti siano effettivamente considerabili come utenti attivi. A inizio settembre un altro rapporto della stessa Hitwise segnalava un declino degli accessi al sito, con poco più di un milione di visite settimanali. Se queste statistiche fossero attendibili, sarebbe difficile spiegare un cambiamento così repentino soltanto con la nuova politica di accesso di Google.

Di sicuro ha contribuito anche la preoccupazione per alcune modifiche introdotte di recente da Facebook, che potrebbero aver indotto gli utenti più sensibili alla protezione della propria privacy online a migrare su una piattaforma apparentemente meno invasiva.