E-Commerce: il 26% delle transazioni nel settore retail e il 21% nel settore travel avviene via mobile
Un terzo delle transazioni a livello mondiale avviene da dispositivi mobili (tablet e smartphone). In Italia siamo invece a circa un quarto (esattamente il 26%). E sempre in Italia, di questo quarto il podio spetta nel 2015 agli acquisti da smartphone con il 55% sul 45% dei tablet.
Ma il dato più interessante riguarda il “mobile conversion funnel”. In Italia il tasso di conversione del mobile si attesta su una media dell’1,6%. Questa crescita significativa delle transazioni da mobile rispetto al trimestre precedente dimostra che i consumatori sono ormai propensi all’acquisto tramite smartphone in tutte le categorie merceologiche.
Questa abbastanza prevedibile fotografia di un mercato digital che sta cambiando profondamente le regole del marketing, è quella che viene fuori della nuova edizione del report “State of Mobile Commerce” realizzato da Criteo, una delle maggiori aziende internazionali specializzate in performance advertising.
Come vedremo più avanti questa è una tendenza ormai consolidata che condiziona anche le scelte degli inserzionisti, il cui successo dipenderà sempre di più dalla capacità di offrire siti responsive e App mobile efficaci e ottimizzati.
Per chi volesse approfondire qui trovate il report completo: www.criteo.com/resources/mobile-commerce-q1-2015/.
Passiamo ora ad un’altra prestigiosa voce del panorama E-commerce nostrano, il Consorzio Netcomm, che ha confermato proprio qualche giorno fa con i dati presentati alla decima edizione dell’Ecommerce Forum di Milano, quanto già anticipato dalle previsioni su scala mondiale della ricerca di Criteo.
In Italia la crescita del comparto e-commerce anche per quest’anno non rallenta e resta sulla doppia cifra. Nel 2015 la crescita sarà del 15% (nel 2014 era stata del 16%), per un valore complessivo di 15 miliardi di euro.
Gli acquisti tramite smartphone crescono del 78% nel 2014 e registrano una crescita ulteriore del 68% nel 2015, con un valore triplicato in due anni: si passa infatti da un totale di 610 milioni nel 2013, a 1,8 miliardi di euro nel 2015.
E come afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano, “In Italia la penetrazione dell’e-commerce sul totale del mercato retail sta crescendo e passa dal 3,6 al 4% nell’ultimo anno. Un ruolo chiave, in questa crescita, ce l’hanno anche settori “emergenti” per il nostro eCommerce, come ad esempio l’Arredamento che raggiunge quota 350 milioni di euro, +75% rispetto al 2014, e il Food&Wine enogastronomico che sfiora i 260 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ne sta beneficiando sopratutto la vendita di prodotti, che nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite online da siti italiani.”
Come si evince anche dai grafici di cui sopra sono dati senza dubbio importanti per quanto riguarda l’ecommerce in Italia, e soprattutto per quel che riguarda il Mobile commerce, ma la strada da fare è ancora lunga e rispetto all’andamento globale (Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud per citarne alcuni) continuiamo a rimanere un po’ più indietro per una serie di problemi strutturali del nostro Paese, che ha ben descritto Roberto Liscia, Presidente del Consorzio Netcomm, in apertura della giornata: “Le imprese italiane che vendono online sono oggi solo il 4% del totale, l’accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti necessari sono ancora un interrogativo non risolto.
L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di abbigliamento, calzature, accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti alimentari-gastronomici di qualità. Tutte le piccole e medie imprese italiane che producono e/o commercializzano questo tipo di prodotti hanno degli spazi di mercato veramente straordinari. Tecnicamente stiamo parlando di una platea di oltre 1 miliardo ci consumatori che abitualmente compra online, affascinata dal Made in Italy in tutte le sue sfaccettature, e di 4,2 miliardi di individui che quotidianamente sono su internet. Ma stiamo perdendo competitività a livello globale e non riusciamo a sfruttare il potenziale di domanda che potrebbe trovare più facilmente sbocchi su questi mercati”.